giovedì 21 dicembre 2017

La sacra famiglia e l'adorazione dei pastori

Guido Reni, Adorazione dei Pastori, 1640 circa
Museo di San Martino, Napoli
Gesù bambino illumina i volti  e scalda i cuori nel buio della notte. I volti sono tutti illuminati. La luce non arriva da una lampada e nemmeno da un fuoco, ma da Gesù bambino. E' lui infatti la luce del mondo! Il quadro, opera di Guido Reni (1575-1642), trasmette un senso di gioia e gratitudine.

Questo è invece il presepe di Palma di Montechiaro, il mio paese. Un presepe che parla e pensa. Un presepe che si ascolta. Stamattina mentre lo visitavo, ho immaginato le parole e i pensieri di chi c'era quella notte a Betlemme e ho incontrato uno per uno donne, uomini, animali come fossero vivi, come fosse oggi.
Mi scuso per la qualità delle foto, ma sono scattate con il cellulare. Inoltre, non ho potuto visitare tutto il presepe; una parte era chiusa perché visitabile solo di sera.
E' lui al centro del presepe, tutto ruota attorno a questo speciale bambino: Gesù.
Dio ha preso un corpo per portare agli uomini la buona notizia che lui è un papà buono e ama noi, suoi figli. 
Il paesaggio è quello arido e brullo della Palestina, le case sono di colore chiaro, con muri grezzi e qualche finestra, i vestiti dei personaggi sono lunghi, con veli che coprono il capo e mantelli. Lo popolano gli artigiani alle prese con le loro attività, i pastori e gli animali della campagna (conigli, papere, galline, cavalli, asinelli, pony, pecore, capre) che sono i primi a ricevere la buona notizia della nascita di Gesù. Persone povere e semplici che a quei tempi erano poco considerate, anzi guardate con sospetto e tenute lontano, all'ultimo posto. Gesù bambino invece sorride proprio a loro. La sua luce si diffonde tutt'intorno, non esclude nessuno. Il suo primo insegnamento è un esempio di accoglienza.
Un paesaggio con diversi elementi architettonici: le casupole del villaggio, i ponticelli, la vegetazione, i sentieri, il ruscello, lo stagno.
Un ambiente umile rappresentato da scene di vita contadina e pastorale. Ho incontrato il fabbro, il ciabattino, il canestraio, le donne che preparano il pane, il mugnaio, la famiglia contadina stretta attorno al focolare, le donne che lavorano al telaio, il pastore che prepara il formaggio e la ricotta, il falegname, il bottaio, le lavandaie.
Ho incontrato una giovane donna che attinge acqua da un pozzo...l'acqua come simbolo di bisogno di vivere, di essere amati, di un senso della vita, di una speranza:
Ho incontrato il pastore che prepara il formaggio e la ricotta:
Ho incontrato il mugnaio e una donna che prepara il pane:
Ho incontrato la venditrice di Agrumi:
Le parole dei personaggi del presepe e anche degli spettatori (me compresa) sono sussurrate, i sorrisi sono pacati, i gesti sono morbidi e naturali perché quel volto nuovo alla vita sia la vita stessa, perché esso assorba da solo tutte le energie, tutte le speranze, tutte le attese, tutti i sogni.
Anche a casa mia abbiamo allestito un piccolo presepe in un angolo del soggiorno per vivere l'evento più emozionante e coinvolgente della storia: la natività.
Questo è, invece il presepe allestito a casa sua, da mia sorella:
Presepi piccoli rispetto a quello creato in paese ma che trasmettono il loro messaggio d'amore e serenità.
Buon natale di cuore a chi passerà dal mio blog,
Angela 

2 commenti:

  1. Bellissimo post Angela e presepe meraviglioso! Tanti cari auguri di un sereno Natale!
    Daniela

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    1. Grazie di cuore mia cara...Buona Natale a te e ai tuoi, colmo di pace, serenità e amore

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